Allarme tonno: ecco quante lattine puoi mangiare senza correre rischi!

Da tempo, molti di noi hanno adottato la consuetudine di tenere sempre in dispensa almeno una lattina di tonno. Si tratta di un alimento pratico, rapido da utilizzare, economico e incredibilmente versatile, adatto a un’infinità di ricette. Il tonno in scatola, infatti, è diventato uno dei prodotti che ha trasformato le abitudini alimentari di tantissime persone. Tuttavia, un consumo eccessivo potrebbe comportare rischi per la salute, anziché apportare benefici.

Metallo nel metallo

Senza voler generare inutili allarmismi, è importante essere consapevoli di alcuni aspetti prima di portare frequentemente questo alimento sulle nostre tavole. Ad esempio, non tutti sanno che nelle comuni lattine di tonno, oltre al pesce, cotto e conservato in modo ottimale, possono essere presenti tracce di mercurio e altri metalli pesanti.

Immagine selezionata

La presenza di queste sostanze non è dovuta a processi industriali, ma ha origine direttamente dall’ambiente marino. I tonni, infatti, si nutrono anche di altri pesci, accumulando progressivamente metalli pesanti nel loro organismo. Per questo motivo, più il tonno è “anziano”, maggiore sarà la probabilità che contenga livelli elevati di queste sostanze.

Per questo motivo, è raccomandabile monitorare il consumo di tonno in scatola, soprattutto per bambini, donne in gravidanza o persone con particolari condizioni di salute. È importante sottolineare che il rischio non deriva dal consumo occasionale di una lattina, ma dalla frequenza con cui viene inserito nella dieta, considerando anche il quadro alimentare complessivo.

Come riconoscere la qualità

Fortunatamente, esistono alcuni accorgimenti utili per individuare le lattine di tonno di qualità superiore quando facciamo la spesa. Un buon criterio è scegliere prodotti che riportano chiaramente la specie di tonno utilizzata e la zona di provenienza, informazioni preziose per stimare il possibile contenuto di metalli pesanti.

Immagine selezionata

Ad esempio, specie come il tonnetto striato o il tonno pinna gialla sono di dimensioni più ridotte, hanno un ciclo di vita più breve e, di conseguenza, tendono ad accumulare una quantità inferiore di metalli. Un altro elemento da considerare è il metodo di pesca: le catture effettuate con grandi reti spesso includono esemplari più vecchi e di maggiori dimensioni, che possono contenere più metalli.

Va inoltre prestata attenzione al tipo di conservazione. Secondo numerosi esperti, la conservazione in olio extravergine d’oliva è preferibile, poiché aiuta a rallentare l’ossidazione del pesce. Un ulteriore segnale di qualità è il colore del tonno: deve essere chiaro e uniforme, indice di freschezza e buona lavorazione.

La quantità “salutare”

Le ricerche più recenti suggeriscono che, in media, una persona adulta e in buona salute può consumare una lattina di tonno una o due volte a settimana, senza correre rischi per la salute. Naturalmente, si fa riferimento a una porzione standard di circa 100 grammi.

Immagine selezionata

Per quanto riguarda i bambini, invece, è consigliabile limitare ulteriormente il consumo, orientandosi su una lattina ogni due settimane. Se il tonno è tra i nostri alimenti preferiti, possiamo variare la dieta alternandolo con salmone o pesce azzurro, che generalmente presentano un contenuto di metalli più basso rispetto al tonno.

La situazione si semplifica leggermente se si opta per tonno di qualità superiore, come il pinna gialla, che, come già accennato, per via delle sue caratteristiche, tende ad accumulare meno mercurio e altri metalli. In ogni caso, è fondamentale consumare questo alimento con consapevolezza e moderazione per tutelare il nostro benessere.

Occhio al dettaglio nascosto

Un aspetto spesso trascurato riguarda il contenuto di sodio nel tonno in scatola. Molte varianti, soprattutto quelle conservate sott’olio, possono arrivare a superare un grammo di sale per cento grammi di prodotto, una quantità significativa se si considera che l’OMS raccomanda di non superare i 5 grammi di sale al giorno.

Immagine selezionata

Se sommiamo il sodio assunto con altri alimenti come pane, formaggi e snack vari, è facile superare la soglia giornaliera raccomandata. Per questo motivo, scegliere tonno a basso contenuto di sodio può rappresentare una scelta importante per la salute.

In conclusione, il tonno in scatola rimane senza dubbio una delle soluzioni più pratiche e salutari disponibili sul mercato, ma è fondamentale tenere a mente tutte le informazioni apprese. Prestare attenzione alla provenienza, al metodo di pesca e conservazione, al contenuto di sodio e all’impatto sulla salute sono piccoli accorgimenti che ci permettono di gustare questo alimento in modo sicuro e senza rinunce.

Lascia un commento