
Il vino è sicuramente uno dei simboli del nostro Paese, sia per la tradizione che per la grande qualità che lo contraddistingue. Purtroppo però, attraverso un recente studio ha fatto luce su un allarme molto preoccupante; a quanto pare all’interno di alcuni vini sono presenti delle quantità eccessive di sostante chimiche. Vediamo nel dettaglio che cosa è stato scoperto.
L’indagine scientifica
Ad aver effettuato questa indagine scientifica è stato un gruppo di ricercatori che ha voluto concentrare le sue analisi su diversi campioni di vino che sono provenienti da svariati Paesi dell’Europa. I test hanno dato dei risultati molto preoccupanti, i livelli di acido trifluoroacetico, sono particolarmente alti, e sono noti come inquinanti eterni.

Questo inquinante è un sottoprodotto che deriva dalla degradazione dei PFAS, che sono utilizzati all’interno di sostanza chimiche come i pesticidi e in altri composti destinati all’utilizzo industriale. Si tratta di sostanze che si vanno a raccogliere nell’ambiente e nella catena alimentare, che danno quindi vita a possibili rischi per la salute.
Secondo i vari studi che si sono tenuti, la presenza di questo inquinante eterno è aumentata in maniera drastica, rispetto a quelli che sono i livelli del 2010. Nei campioni più recenti la concentrazione mediana era di 110 microgrammi per litro, con livelli che sono cento volte superiori a quelli che sono stati rilevati all’interno delle acque potabili.
I pesticidi nei vini
Oltre al TFA, le analisi hanno mostrato che all’interno dei vini convenzionali sono presenti sino a otto differenti pesticidi e metaboliti, precisamente, sono presenti nel 94% di essi. Tra i principali ci sono due fungicidi pfas: fluopyram e fluopicolide. Si tratta di sostanze che possono creare non poche problematiche alla salute dell’uomo.

Ci sono poi i vini biologici, che purtroppo non sono affatto esenti dalla contaminazione di questi inquinanti. Nonostante abbiano meno residui di pesticidi, tutti i campioni di questa tipologia di vino contenevano TFA, anche se con dei livelli nettamente molto più bassi rispetto ai vini convenzionali che si trovano in commercio.
La contaminazione di questo inquinante eterno non si limita solamente a determinate regioni o tecniche agricole, riflette un vero e proprio problema diffuso a livello europeo. I vini italiani che sono stati analizzati difatti seguono lo stesso trend; tra i più recenti mostrano la presenza di TFA, mentre quelli d’annata ne sono privi.
I problemi per la salute
Gli esperti che hanno effettuato i test, hanno sottolineato come l’accumulo di PFAS all’interno dell’organismo può dare vita ad effetti molto negativi sulla salute, come ad esempio malformazioni fetali e endocrini. Nonostante sia un inquinante considerato innocui, ci sono degli studi che hanno messo in dubbio che possa essere effettivamente così.

Questi testi hanno richiamato anche l’attenzione degli ambientalisti, che hanno voluto fare delle richieste ben precise. Ci stiamo riferendo alle organizzazioni come PAN Europe che hanno richiesto delle misure urgenti che possano vietare l’utilizzo dei pesticidi che contengono questo inquinante, così da ridurre nettamente la contaminazione nei prodotti alimentari.
I consumatori si possono ovviamente informare su quella che è la provenienza dei vini, e scegliere prodotti certificati con dei controlli molto più rigorosi, Inoltre, la pressione messa dalla popolazione potrebbe effettivamente spingere le varie istituzioni a creare delle norme che vadano a regolamentare l’utilizzo di queste sostanze chimiche dannose.
Un cambiamento necessario per il futuro
La scoperta di questi livelli impressionanti di contaminanti chimici che interessano i vini del nostro Paese, fa sollevare delle domande molto importanti riguardo quella che è la sicurezza alimentare e le varie pratiche agricole. Per questo motivo è necessario che le istituzioni e i produttori si concentrino su questo problema, con trasparenza e responsabilità.

Certamente si tratta di un cambiamento necessario poiché si è sempre più consapevoli su quelli che sono i rischi legati a questo inquinante, poiché potrebbe apportare una importante revisione delle normative dando una maggiore attenzione a quella che è la produzione vinicola. La qualità del vino deve essere garantita non solo dal gusto, ma anche dalla sua sicurezza.
Infine, ci sentiamo di concludere dicendo che le misure di controllo verranno rafforzate, così da preservare la tradizione del Paese, senza compromettere la salute dei consumatori. La ricerca e l’innovazione giocheranno un ruolo chiave in questa sfida, vitale per la tradizione del nostro Paese, oltre che la sua storia.