Allarme nei calici: scoperti livelli pericolosi di sostanze tossiche nei vini più amati

Uno degli argomenti più discussi dell’ultimo periodo riguarda la scoperta di sostanze nocive alla salute contenute nei vini. Anche le bottiglie più pregiate possono nascondere la presenza di muffe, metalli pesanti e pesticidi, facendo sorgere dubbi anche sulla qualità di alcuni vini eccelsi. Fortunatamente, esistono dei campanelli d’allarme per poter evitare queste sostanze.

Le tracce della vigna

Recenti studi hanno dimostrato che, la maggior parte delle problematiche parte proprio dalle vigne dove producono l’uva. Questo perché, spesso e volentieri, per proteggere il raccolto da insetti o malattie, i viticoltori adoperano prodotti fungicidi o pesticidi, senza considerare che le sostanze tossiche si infiltrano fino a raggiungere i grappoli.

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In questa condizione, gran parte delle sostanze chimiche rimarrà nel mosto anche dopo numerosi lavaggi e spremute. Un altro fattore determinante per la presenza di queste sostanze è la pioggia, che, diluendo i pesticidi ne faciliterà la diffusione tra le piante, aumentando di conseguenza anche la concentrazione di residui all’interno del vino.

Inoltre, se la buccia dei chicchi d’uva si dovesse rovinare, molto probabilmente cominceranno a proliferare alcuni tipi di funghi in grado di produrre micotossine. Solitamente, questo tipo di funghi si forma in quei vigneti un po’ troppo umidi o con scarsa ventilazione, producendo queste tossine dannose per il nostro sistema immunitario e i nostri reni.

I contaminanti del suolo

Ovviamente, un altro aspetto da dover considerare è il terreno dal quale nasce l’uva. Certe volte, il suolo può risultare ricco di metalli pesanti, spesso dovuti alla vicinanza con strade molto trafficate o aree industriali attive. In queste zone, minerali come piombo o rame tendono ad accumularsi fino a risalire le radici delle piante.

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Durante il processo di pigiatura e fermentazione, questi minerali passano nel vino e non si lasciano eliminare in modo semplice. In alcuni casi è possibile trovare tracce di altri contaminanti pericolosi per la nostra salute, veicolati dai sigilli o tappi sintetici non adatti. Anche l’irrigazione, se non viene controllata con regolarità, potrebbe fungere da propagatore per alcune sostanze inquinanti.

Infine, un aspetto da non sottovalutare è l’invecchiamento del vino. Infatti, se viene lasciato invecchiare dentro botti metalliche o altri contenitori non inossidabili, la possibilità di imbattersi in altri agenti contaminanti sarà ancora più elevata. Anche per questo motivo i veri intenditori si informano sempre sui metodi di lavorazione e la zona d’origine dell’uva.

Il pericolo nel lusso

Come detto inizialmente, anche i vini più costosi, a partire dai 50 fino a centinaia di migliaia di euro, possono presentare gli stessi rischi di bottiglie comuni. Pagare caro non vuol dire automaticamente avere purezza e qualità. Anzi, in realtà, molti vigneti, ben curati e tra i più famosi, utilizzano prodotti chimici.

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Questo perché, per assicurarsi dei chicchi d’uva perfetti esteticamente e privi di malattie, molte aziende vinicole di lusso decidono di utilizzare pesticidi o altri prodotti simili. E, come sempre, queste sostanze si attaccano alla buccia dell’uva per poi andare a finire dentro al vino che andremo a bere.

C’è da dire che queste sostanze non sono contenute a livelli preoccupanti, ma i consumatori abituali le accumulano nel tempo, andando, alla lunga, a danneggiare alcune parti del nostro corpo come fegato e reni. Insomma, fidarsi del prezzo o della notorietà del vino non è una garanzia; prima di comprare una bottiglia costosa è sempre meglio controllare attentamente i dati e la provenienza.

Bere con un occhio attento

Alla fine della fiera, non serve diventare esperti nella produzione di vino o nella chimica, basta semplicemente cercare informazioni e non farsi fregare dalle etichette accattivanti o dal prezzo elevato. Al giorno d’oggi e con le nuove scoperte, l’idea che un vino di lusso sia sempre puro e salutare si fa sempre più labile.

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Purtroppo, anche se in piccole quantità, gli agenti contaminanti sono presenti in moltissimi tipi di vini e vanno tenuti d’occhio, anche quando all’aspetto può sembrarci limpido e naturale. Ma, il punto non è demonizzare il vino nella generalità, piuttosto bisogna sensibilizzare le persone ad informarsi con certezza e scegliere con consapevolezza.

Con i tempi moderni sono emerse molte imprese che operano in modo più “green”, curando davvero il vigneto e il terreno senza fermarsi alle vendite. Puntare a bottiglie di vino prodotte da queste aziende potrebbe essere un ottima alternativa per provare gustarsi tranquillamente un buon calice evitando le solite sostanza tossiche.

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